ESECUTIVO NAZIONALE SLP CISL
Extra - 09/07/2009
L’Esecutivo Nazionale Slp Cisl si è riunito a Roma il 7 luglio 2009 per analizzare la situazione in Poste italiane alla luce anche delle risultanze emerse dal Congresso Nazionale di Castellaneta Marina. Dal dibattito è emersa la diffusa preoccupazione, percepita su tutto il territorio nazionale, del progressivo degrado dei servizi offerti ai cittadini e delle difficili condizioni in cui sono costretti ad operare i lavoratori, specie quelli di primo contatto con la clientela.
La insufficiente applicazione di personale negli uffici non consente di soddisfare al meglio le esigenze dei clienti, provoca quotidianamente lunghe file e tempi di attesa ormai inaccettabili e sottopone nel contempo gli sportellisti a ritmi di lavoro stressanti.
Le costanti pressioni esercitate sui commerciali, venditori e DUP costretti a rincorrere budget sempre più irraggiungibili con strumenti e risorse spesso inadeguati, crea malessere tra gli addetti, non sempre premiati per i risultati raggiunti, ma ora sanzionati e puniti per obiettivi non pienamente ottenuti, nonostante l’impegno profuso.
La concorrenza sempre più agguerrita nel mondo finanziario imporrebbe all’Azienda un massiccio potenziamento della prima linea per presidiare l’unico mercato che garantisce ricavi ed utili a Poste Italiane, anche in presenza della crisi economica che investe il Paese.
L’Esecutivo Nazionale è altresì preoccupato per le disastrose condizioni in cui versa la Logistica ed il recapito postale, ormai abbandonati ad un inesorabile declino tra l’indifferenza e la rassegnazione di chi dovrebbe governare quei processi.
Dopo tre anni dal varo del nuovo modello di recapito, il territorio nazionale soffre di disservizi diffusi e permanenti, con qualità inesistente e comunque non percepita dai clienti.
A poco più di un anno dalla liberalizzazione dei mercati postali cresce la netta percezione che l’operatore pubblico abbia ormai rinunciato ad affrontare la sfida del mercato, lasciando campo libero ai potenziali concorrenti.
Il calo dei volumi di corrispondenza, che crea grande preoccupazione tra i lavoratori ed i sindacati, andrebbe affrontato e arginato con servizi innovativi che la diffusa rete del recapito potrebbe offrire al domicilio dei clienti e non con la finzione dei palmari ai portalettere, di cui nessuno ancora ha capito utilità e funzione.
Il Comitato Esecutivo ha constatato come, di fronte allo scenario negativo di Poste Italiane, così evidente a tutti, manchi una strategia complessiva di sviluppo dell’Azienda che persegue unicamente obiettivi di razionalizzazione e taglio dei costi che finiranno per innescare un circolo vizioso che ridurrà sensibilmente la capacità competitiva di Poste Italiane ed il suo dimensionamento sul territorio. Situazione questa sicuramente aggravata da un mancato raccordo sinergico tra le varie linee aziendali che solo la figura di un Direttore Generale potrebbe risolvere.
L’Esecutivo ha espresso un giudizio fortemente critico su alcuni aspetti emersi nell’intervista dell’Amministratore Delegato Sarmi, rilasciata al settimanale Panorama sabato scorso.
L’Esecutivo ritiene che ipotizzare il mutamento della missione e delle finalità della più grande Azienda pubblica del Paese sia una prerogativa che spetta unicamente al Governo quale proprietario azionista e non all’Amministratore Delegato di turno.
La necessità di ricercare nuovi ambiti di attività e nuovi servizi al passo con i tempi non significa trasformare Poste Italiane in un’Azienda virtuale (di cybernauti), né trascurare il vero core business dell’Azienda, da cui l’Amministratore Delegato ha da tempo abdicato.
L’Esecutivo Nazionale della Cisl Poste respinge con forza le considerazioni dell’Ing. Sarmi quando parla del personale “come ad un sistema di interessi consolidati negli anni che nulla ha a che fare con il servizio al cliente”. È grazie al sacrificio di quel personale che ha supportato e sopportato il peso di una dolorosa trasformazione aziendale che dura da 15 anni se Manager come l’Ing. Sarmi non vengono toccati dalla crisi economica che stravolge invece la vita dei lavoratori postali da 1000 euro al mese.
È fin troppo semplice annunciare innovazioni e scenari futuribili per nascondere la mancanza di governo e di progettualità in una Azienda che ha vissuto in questi anni di una posizione di rendita sulle scelte fatte in passato. Appare infatti singolare che si voglia qualificare Poste Italiane come azienda tecnologicamente avanzata, presentando al mondo una sala di controllo sofisticata, quando ogni giorno in centinaia di uffici i servizi si bloccano per i software e le strumentazioni obsolete di cui dispongono gli sportelli.
E tutto ciò a fronte di ingenti investimenti economici in tecnologia ed informatica per gli uffici e per la logistica dei CMP che, non avendo apportato i benefici sperati, alimentano seri dubbi sulla loro qualità, utilità e finalità.
In considerazione di quanto sopra, l’Esecutivo Nazionale Slp Cisl ritiene che, in mancanza di un piano complessivo che prefiguri scenari e prospettive certe per Poste Italiane in un unico disegno strategico, sia controproducente affrontare le tematiche che l’Azienda presenta singolarmente di volta in volta al tavolo negoziale, con l’obiettivo di ridurre i costi attraverso continue razionalizzazioni, senza un respiro strategico e una visione d’insieme dell’Azienda stessa e dinanzi al rischio di paventati affidamenti di servizi finanziari a soggetti esterni, la cui finalità appare di dubbio interesse aziendale.
L’Esecutivo Nazionale condivide la necessità di avviare un percorso di approfondito confronto e discussione, ad ogni livello, sulle problematiche legate al futuro ed alle prospettive dell’Azienda, coinvolgendo i lavoratori e le altre OO.SS..
L’Esecutivo Nazionale ritiene infine necessario coinvolgere il Segretario Generale della CISL per richiamare l’attenzione del Governo e della politica sulla questione Poste.